“Oltre ogni cosa” di Claudio Volpe

Segnalazione editoriale

Perché è solo l’amore che merita di starci accanto fino alla fine. Il resto non conta.
La trama – Alba è un’affermata pianista romana e Pietro, suo marito, è professore universitario di fisica. Cercano da tempo di concepire un figlio, il quale però sembra non voler venire al mondo. Durante un litigio in auto Alba e Pietro hanno un incidente devastante che lascia indenne Pietro, ma la sua compagna rimane completamente paralizzata. Alba vorrebbe morire e più volte chiede invano al marito di aiutarla a porre fine alla sua vita, ma un giorno spiazza Pietro con una richiesta: tornare a fare l’amore, nonostante la paralisi. È così che Pietro, a causa della repulsione per il corpo malato della moglie, scaturitagli dopo l’incidente, si rivolge a un ragazzo che offre prestazioni sessuali per persone disabili e che, ben presto, diventerà qualcosa di molto più importante sia per lui che per Alba. Carlo e Greta invece sono amici da sempre, fin da quando, piccolissimi, hanno saputo farsi forza a vicenda per scampare alla morte dei genitori di lui e all’abbandono da parte di quelli di lei. Adesso hanno deciso di fare un figlio insieme. Ma una catastrofe si abbatte su Greta, scompigliando le carte in tavola. Queste due storie scorrono parallele finché la vita non le fa incontrare in un modo del tutto inaspettato.

“Oltre ogni cosa”, edito da Laurana – con postafazione della filosofa e saggista Michela Marzano – un toccante romanzo sull’eutanasia e sulla potenza dell’amore capace di superare le avversità della vita. In questo suo nuovo libro Claudio tratta i temi della disabilità, del sesso per i disabili, dell’idea di famiglia, dell’amicizia, dell’amore e della morte riuscendo ad affrontare degli argomenti così delicati con rispetto, garbo, tatto e intelligenza senza mai cedere al patetismo, anzi.

Il tema dell’eutanasia fu affrontato dall’autore nel libro che scrisse insieme a Dacia Maraini, “Il diritto di morire” (Sem, 2018), e le riflessioni e le suggestioni scaturite dal dibattito tra lui (giurista e autore che da sempre si batte per i diritti civili: omosessualità, violenza sulle donne, eutanasia) e la famosa scrittrice hanno trovato una nuova forma in questo potente e toccante romanzo.

Autopresentazione dell’autore.
Sono anni che studio il diritto e al contempo coltivo l’arte della scrittura come strumento di lettura del mondo e della vita.
La legge e la parola sono le vie maestre che mi guidano nel pensiero e nell’esistenza. La legge, d’altronde è fatta di parole. Coniugando questi due aspetti mi sono trovato davanti al fondamentale tema del diritto di morire quale estrema e più profonda forma di esercizio del diritto di libertà che l’art. 13 della nostra Costituzione attribuisce a ogni essere umano.
Credo che i tempi siano maturi anche in Italia per liberarci dalle catene del passato, dal bigottismo e dalle finzioni e dedicarci al rispetto del prossimo anche davanti alla morte e alla sua decisione di andarsene via con dignità.
“Oltre ogni cosa” completa il percorso di riflessione sul tema dell’eutanasia che ho inziato anni fa con Dacia Maraini e col dialogo scritto insieme a lei sul tema.
La vita è la cosa più bella del mondo ma non esiste vita senza libertà. Non esiste vita senza dignità.
La dignità di essere se stessi fino alla fine, la libertà di decidere sul proprio destino, la libertà di non soffrire e di non dover inquinare i ricordi di un passato felice con le brutture di un presente colmo di sofferenze.
La vita è più forte di tutto e proprio per questo dobbiamo rispettare la morte e la decisione di chi in una morte consapevole e volontariamente anticipata quale fuga dal dolore vede il senso di una vita intera.
Claudio Volpe 

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