Motivazione alla ricerca sulla “Consapevolezza del diritto di Autodeterminazione Terapeutica nella popolazione anziana italiana durante la pandemia da Covid-19”

Libera Uscita è un’associazione di volontariato laico che promuove la Dignità nel fine vita nella convinzione, iscritta nella sua stessa denominazione, che la Libertà di scelta fra diverse opzioni di fine vita ne costituisca il cardine.

Muovendo dall’assunto che la Libertà di scelta andasse salvaguardata il anche durante la Pandemia Covid-19, Libera Uscita ha pubblicato nel marzo 2021 una ‘Dichiarazione ai Curanti in caso di affezione da Coronavirus’ supponendo che alcuni malati, già molto avanti negli anni o con malattie pregresse, affetti da Covid-19 nella sua forma più grave, non avrebbero desiderato essere ricoverati in terapia intensiva, preferendo essere accompagnati dolcemente al decesso nel sonno mediante la Sedazione Palliativa Profonda Continua.

Ritenendo essenziale verificare le proprie supposizioni ‘dati alla mano’ e consapevoli della difficoltà di acquisire informazioni dalle persone, in genere poco propense a riflettere sul proprio fine vita se non ritenuto incombente, Libera Uscita ha supposto che il protrarsi della pandemia potesse agevolare la possibilità di una ricerca altrimenti più problematica.

L’elevata mortalità prodotta dal Covid nella popolazione anziana, tristemente sottolineata quotidianamente dai telegiornali, rendendo plausibile una riflessione sull’eventualità della propria morte ha offerto infatti l’opportunità di giustificare un sondaggio sugli orientamenti al riguardo.

Sulla base di questa premessa la ricerca commissionata da Libera Uscita ha inteso quindi a sondare non solo il grado di consapevolezza nella popolazione anziana del diritto di Autodeterminazione Terapeutica sancito dalla Legge 217/19, ma anche il suo orientamento nei confronti delle diverse opzioni di fine vita già disponibili, e l’eventuale interesse per alcune forme di Morte Medicalmente Assistita (MMA) conseguite o perseguite all’estero.

La ricerca conclusasi a fine Luglio 2021 si presenta quindi come una fotografia dell’esistente volta a documentare, dati alla mano, oltre al livello di consapevolezza sulla Legge 218/17, la presenza e la consistenza dell’eventuale aspirazione della popolazione anziana italiana ad esercitare un controllo sul proprio fine vita.

L’indagine di tipo quantitativo è stata condotta con metodologia mista CATI-CAMI, cioè con interviste telefoniche a telefoni fissi e mobili, basate su questionario strutturato in accordo con il committente, su un campione casuale stratificato per quote di 400 individui, rappresentativo della popolazione nazionale maggiore di 64 anni per genere ed area geografica.

La sua importanza non consiste unicamente nell’aver prodotto una mole rilevante di dati, che saranno illustrati e resi pubblici con modalità e tempistica in corso di definizione, ma soprattutto nell’approccio scientifico alla tematica.

Il sondaggio in oggetto è infatti probabilmente il primo nel nostro Paese ad evidenziare e quantificare, dati alla mano, orientamenti esistenziali sul proprio fine vita nella popolazione anziana che, forse per un malinteso senso del pudore, o peggio per motivazioni di carattere apotropaico, non vengono generalmente ritenuti meritevoli di essere sondati, privando la società nel suo complesso, e il legislatore e gli amministratori in particolare, di dati essenziali per poter legiferare e amministrare adeguatamente le delicate questioni che si pongono alla fine vita.

Filippo D’Ambrogi – Vicepresidente

24-09-2021

 

 

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